Madagascar
Con una famiglia di amici desideravamo compiere un grande viaggio l’anno prima che le nostre figlie iniziassero la scuola elementare
ed eccoci così partire per il Madagascar: tre settimane in autunno, la stagione della maturazione dei manghi, percorrendo il suo meraviglioso altopiano da nord a sud.
E non c’è anno che Rebecca, la mia figlia maggiore, non ci chieda di tornare là.
Ottobre – novembre 2016
Si sentono spesso brutti racconti su questo magnifico paese, legati soprattutto ad autisti poco affidabili che cercano di approfittarsi dei turisti, ma organizzandosi con persone fidate non c’è assolutamente nulla da temere; anzi, il popolo malgascio a noi è rimasto particolarmente nel cuore per la sua genuinità e gentilezza, e le bambine che allora avevano 5 anni hanno davvero amato questo paese, così lontano dalla nostra cultura ma così affascinante.
Atterrare nella capitale Antananarivo (amichevolmente chiamata da tutti Tanà) equivale a catapultarsi in un’atra realtà: in periferia spazi infiniti di campi lavorati con mezzi arcaici in legno trainati da zebù e strada in terra battuta; in città in ogni direzione si vedono stuoie in terra su cui viene offerta ogni tipo di mercanzia con attorno bambini seminudi che giocano spensierati. Si sa, le capitali africane sono il ritratto delle contraddizioni e delle problematiche del continente nero, ma è sufficiente allontanarsi di poco ed iniziare a percorrere l’altopiano malgascio per ritrovarsi in un territorio tanto vario quanto meraviglioso, abitato da un popolo gentile e molto laborioso. Incredibile come si passi con estrema velocità da zone aride di terra rossa, a fertili colline terrazzate, alla foresta pluviale ad un paesaggio roccioso che al tramonto sembra incendiarsi per gli intensi riflessi.
Ogni diverso habitat è abitato da una differente specie di lemure (ne esistono circa 100 specie) e gli incontri con questi graziosi e simpatici primati sono sempre emozionanti e divertenti per tutti.
Se Madre Natura ha donato a questo paese paesaggi dai mille colori, dalle verdissime risaie, all’ocra rosso scuro della terra. Al blu del caldo oceano indiano, i suoi abitanti sono tra i più creativi che abbia mai incontrato. Lungo il viaggio infatti abbiamo avuto modo di veder produrre in maniera completamente artigianale e manuale: grandi pentole utilizzando l’alluminio delle lattine vuote e dei rottami; giocattoli realizzati con qualsiasi materiale di recupero; graziosi monili realizzati modellando i corni di zebù; coloratissimi oggetti di rafia, ecc.
Spesso abbiamo deciso di svegliarci con il buio della notte ancora fondo per veder sorgere l’alba in contesti di una bellezza mozzafiato, come lungo l’Allee de Baobab o nell’Isalo National Park, e poter osservare il risveglio dei villaggi è un vero privilegio.
Se il tramonto regala colori caldi e sgargianti e i frenetici balli improvvisati al ritmo dei tamburi sotto i baobab, l’alba dà il via alla vita quotidiana, scandendo il risveglio di un popolo che riesce ancora a vivere seguendo i ritmi naturali.
Verso sud l’Isalo National Park permette di effettuare bellissimi trekking lungo un canyon in cui si scoprono piacevoli pozze, simili ai cenotes messicani, in cui concedersi tuffi rinfrescanti; mentre le coste che si affacciano sul Canale del Mozambico sono bagnate da splendide acque turchesi, che non hanno nulla da invidiare alle isole più blasonate. E poi qui, anche sull’acqua regna il colore: quello delle vele delle tipiche imbarcazioni a bilanciere del popolo Vezo, fatte di tante pezze colorate.
Se la continua ricerca dei lemuri e dei camaleonti era di per sé motivo di curiosità ed eccitazione quotidiana, le bambine hanno anche avuto modo di sperimentare la tipica carta Antaimoro, realizzata con la corteccia di gelso e decorata con i fiori essicati, attività che le ha molto divertite. Vederle poi perfettamente a loro agio tra i bambini dei villaggi incuriositi dalla loro presenza, è stata la soddisfazione più grande e l’ennesima conferma che viaggiare è la migliore educazione possibile.
E credetemi, anche le piccole scomodità che possono spaventare gli adulti
come l’interruzione di elettricità nelle ore notturne, per i piccoli grandi viaggiatori sono dettagli che rendono l’avventura ancora più eccitante: le nostre colazioni al buio con i termos sono state semplicemente bellissime.
Il Madagascar sa davvero meravigliare e stupire i grandi viaggiatori di ogni età con la sua incredibile varietà, la ricchezza paesaggistica, la genuina semplicità che sa catapultarti indietro nel tempo e i sorrisi di un popolo semplice ed incredibilmente creativo.