Yunnan
La Cina, un paese che con la sua storia millenaria e l’affascinante cultura che incarna perfettamente il cliché orientale
richiama prima o poi qualsiasi viaggiatore, ma con la sua vastità a volte disorienta e spaventa. Inoltre, ammettiamolo, nell’immaginario soprattutto italiano ritroviamo sovente stereotipi negativi sul paese del dragone relativi alla qualità del cibo, alla pulizia, agli stili di vita. Noi per il nostro primo viaggio nel gigante d’Oriente, anziché le grandi e futuristiche città dall’antica storia, abbiamo scelto una zona rurale, abitata quasi esclusivamente da minoranze etniche e considerata paesaggisticamente una delle più belle regioni del paese, benché sconosciuta ai molti: lo Yunnan. Potrebbe sembrare una meta insolita (d’altronde noi solitamente prediligiamo zone poco battute dal turismo di massa dove ritrovare un’anima più autentica), ma posso assicurare che non avremmo potuto compiere scelta migliore.
Dicembre 2024 – gennaio 2025
Il nostro viaggio è stata una scoperta continua, in un crescendo di emozioni e stupore: giunti nella capitale Kunming, città dell’eterna primavera, siamo scesi inizialmente a sud verso il confine con il Vietnam per ammirare i meravigliosi terrazzamenti di risaie che nei mesi invernali sono allagate e regalano suggestivi scorci fotografici; per poi risalire, incrociando più volte meravigliosi paesini lungo l’antica Via del Tè e dei Cavalli (chiamata anche la Via della Seta Meridionale) rimasti fermi nel tempo; infine, attraversando l’altopiano tibetano, siamo arrivati alla leggendaria e mitica Shangri La.
Se nell’immaginario collettivo la Cina è sinonimo innanzitutto di megalopoli futuristiche, noi abbiamo girovagato per paesini di una ricchezza storica ed una bellezza incredibili, con casette costruite in mattoni dii terra e paglia e tetti di canne; se siamo abituati a vedere immagini di città così densamente abitate da sembrare formicai dove tutti corrono e si ignorano, qui abbiamo conosciuto popoli strettamente ancorati alle tradizioni e alla vita contadina, con variopinti copricapi e di una gentilezza davvero inaspettata verso i pochi europei che giungono fin qui. Anche la natura qui regala grandi emozioni: picchi innevati che si specchiano in scenografici laghetti di un blu abbagliante, praterie sterminate su cui pascolano placidi yak, pittoreschi canyon avvolti da misteriose leggende e la possibilità di provare il brivido di salire sulla vetta che segna l’inizio (o la fine) della catena himalayana, esperienza resa ancora più suggestiva per noi da una candida inaspettata nevicata. Indubbiamente però i nostri cuori sono stati colpiti soprattutto dall’incontro culturale: la varietà del paesaggio infatti va di pari passo con una grande varietà etnica; ogni popolo è contraddistinto dai propri usi e costumi e nei villaggi si respira un’aria di autenticità e meravigliosa semplicità.
L’antica architettura, che si tratti di vertiginose pagode che si stagliano verso il cielo, di tetti di legno minuziosamente scolpiti e decorati, o ponti in pietra letteralmente sospesi nel tempo, è inoltre contraddistinta da una raffinatezza magistrale e ammirando simili bellezze ti senti catapultato in scenografie fiabesche. Se cittadine come Dali e Lijiang sono state per noi incredibili ed inaspettate scoperte che hanno davvero riempito di meraviglia i nostri occhi, grazie ai loro splendidi centri storici e alla loro vitalità notturna dinamica e colorata, Shangri la ci ha incantati con il suo “Piccolo Potala”, l’aria frizzantina e quel senso di ambita serenità che permea ogni ambiente e che il popolo tibetano sa trasmettere (e già sogniamo un viaggio in Tibet).
Come se tutta la bellezza naturale, architettonica e culturale dello Yunnan di per sé non bastasse, sono riuscita ad arricchire il viaggio con alcune esperienze straordinarie:
Un workshop di rubbing (=sfregamento), cioè la stampa a carattere mobile, presso una splendida casa storica di ricchi mercanti, oggi resa museo, a Jianshui, durante il quale abbiamo sfregato, tamponato e riprodotte antiche incisioni;
Un workshop di batik tie and dye presso il villaggio di Zhoucheng, durante il quale abbiamo cucito, tinto con l’indaco naturale e realizzato splendide stoffe.
Inutile sottolineare che si è trattato di due attività straordinarie che non solo hanno reso il viaggio ancora più speciale e coinvolgente, ma ci hanno permesso di realizzare personalmente dei bellissimi souvenir dal grande valore affettivo e renderanno il ricordo dello Yunnan ancora più vivido nei nostri cuori.
Inoltre abbiamo assistito ad un paio di spettacoli davvero entusiasmanti: l’Impression Lijiang Show e il Dynamic Yunnan Show, che hanno messo in scena la vita tribale con grande maestria e suggestive scenografie, arrivando dritte al nostro cuore.
Siamo partiti per questo primo viaggio con tanta curiosità e qualche timore, dovuto soprattutto ai preconcetti e ai luoghi comuni: si mangerà male? Riusciremo a comunicare? Ci sarà davvero sporcizia ovunque? E siamo tornati davvero entusiasti. Lo Yunnan si è rivelato una meravigliosa scoperta che ha superato qualsiasi aspettativa: abbiamo mangiato benissimo senza mai rimpiangere un solo piatto della cucina italiana (per i bambini è sufficiente chiedere che non sia piccante); pur dormendo in piccoli alberghetti caratteristici e guesthose abbiamo sempre trovato grande pulizia ed estrema gentilezza; benché quasi nessuno parli inglese al di fuori delle guide turistiche, tutti si danno un gran da fare con traduttori ed accompagnandoti personalmente nei vari luoghi, e ammetto che utilizzare a volte il semplice ed efficace linguaggio del corpo è stato molto efficace e divertentissimo, soprattutto per le bambine.
Non c’è nulla di più bello che tornare da un viaggio che ha ribaltato pregiudizi e stereotipi, profondamente arricchiti e rinnovati; lo Yunnan ha davvero piacevolmente sconvolto molte idee sulla Cina, che si è mostrato un paese dove regnano ordine e pulizia, dove i mezzi di trasporto sono molto efficienti, la natura è rigogliosa e non manca tanto sano divertimento (ad esempio la vita notturna di Lijiang potrebbe competere con quella delle principali città europee, ma i pub dove si suona musica dal vivo sono all’interno di graziose casette dai tetti spioventi che giacciono su bucolici canali in pietra, in un tripudio di colori e arie festosa). Le nostre figlie sono rimaste davvero colpite dalla varietà e dalle tante meraviglie di questo paese e continuano a chiederci di tornare al più presto in Cina, che ha davvero tanto da offrire e svelare, soprattutto se ci si discosta dagli itinerari più battuti, e dove i panda ci aspettano.

Vorrei ringraziare infinitamente il fotografo italiano Fabio Nodari
(fabionodariphoto.com), che da anni vive a Kunming e con la sua grande conoscenza del paese mi ha aiutato a scoprire alcuni degli angoli più nascosti e preziosi, e l’agenzia Wonders of Yunnan (wondersofyunnan.com) che ha assecondato ogni mia richiesta e con grande professionalità ci ha fornito autisti e guide molto preparate e disponibili.

Reportage
